Quando si parla di farmaci si corre oggi il rischio di porre attenzione prevalente agli aspetti che riguardano la spesa pubblica, la responsabilità del Ministero, dei soggetti regionali, degli operatori sanitari, nonché il rapporto con le imprese produttrici.
In realtà un passo avanti concreto nel campo della politica del farmaco non può trascurare il tema dei comportamenti del cittadino. La “catena” produzione/distribuzione/prescrizione può diventare virtuosa solo se si arricchisce anche dell’ultimo anello, quello delle microdecisioni della popolazione.
Per questo si è affrontato – caso non consueto – il lancio di una campagna informativa sul farmaco, facendo precedere quest’ultima da un’apposita indagine preventiva su un campione rappresentativo della popolazione trentina di 1.500 adulti. Tale indagine ha esplorato non solo la domanda di informazione in quanto tale, bensì anche gli atteggiamenti, i comportamenti, la cultura del cittadino rispetto all’uso dei medicinali.
I risultati della ricerca evidenzia un alto livello di empowerment, posseduto, ma anche desiderato dagli intervistati: emerge infatti una forte spinta all’autoprescrizione, all’uso contemporaneo di farmaci tradizionali e di farmaci alternativi, ma anche un buon livello di conoscenze e di comportamenti corretti, messi in atto dalla popolazione.
La progettazione della campagna che ne è seguita ha potuto perciò tener conto di tali risultati ed è stata di conseguenza pensata su misura per una popolazione attenta e desiderosa di essere protagonista attiva della propria salute.
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