Il 12° Rapporto “Ospedali & Salute” continua nella sua funzione di presidio del sistema ospedaliero italiano cui afferisce il 54,3% della spesa sanitaria pubblica totale (61,7 contro 113,7 miliardi di euro) e in cui entrano ogni anno circa 12 milioni e mezzo di pazienti.
Anche nel 2014 si è dedicata una particolare attenzione alla persona cioè ai pazienti, alle rispettive famiglie e ai cittadini, attraverso due indagini: una diretta – come di consueto – agli individui e una rivolta ad un campione rappresentativo nazionale di 2.000 care-giver. Quest’ultima ha analizzato il tema pressoché inesplorato delle “giunzioni” cioè dei momenti di passaggio in cui si declina il non sempre facile rapporto tra le diverse istituzioni della salute: nella fase dell’accesso, in quella della permanenza, nella fase delle dimissioni e in quella del post-ricovero.
La continuità assistenziale perde colpi proprio nei momenti di passaggio, quando bisognerebbe sostenere di più il paziente e la famiglia nelle scelte difficili da compiere e nel mettere in collegamento i diversi protagonisti di offerta dei servizi: il sistema degli ospedali con la medicina territoriale, le diverse strutture di cura tra loro, l’ospedale con le strutture di riabilitazione e di lungodegenza, nonché con quelle di tipo socioassistenziale.
Contemporaneamente permane operante il fenomeno del “rimbalzo” sul cittadino del difficile processo di contenimento/qualificazione della spesa: le difficoltà di migliorare il livello di efficienza delle strutture pubbliche per le note rigidità organizzative, gestionali, di governo del personale finiscono per essere trasferite innanzitutto sui soggetti d’offerta privati (farmaceutica, ospedalità accreditata e laboratori accreditati, in primis), ma soprattutto sui pazienti e sulle loro famiglie che si trovano a dover far fronte ad un graduale logoramento dei servizi e ad una parallela crescita degli oneri: siano questi ultimi di tipo diretto (come l’aumento dei ticket, la crescita del ricorso all’intramoenia e in genere al out-of-pocket, il rimando e/o la rinuncia alle cure) o siano oneri di tipo fiscale (che assumono la forma delle addizionali Irpef in progressiva lievitazione).
Se non si vuole mettere a rischio ulteriormente il sistema universalistico e solidale di cui godiamo bisognerà compiere un’operazione straordinaria di razionalizzazione delle risorse impiegate nelle strutture ospedaliere pubbliche, anche perché ad esse è destinato l’86% della spesa ospedaliera contro il 14% indirizzato a quelle accreditate nel loro complesso. Serve perciò lavorare sulle inefficienze che quest’anno il Rapporto analizza attraverso la stima del valore del disavanzo “reale” delle Aziende Ospedaliere e degli ospedali a gestione diretta, visto che si è ancora in attesa di un sistema di rendicontazione che sia effettivamente trasparente, accessibile e certificato. Dal recupero di quote progressive di efficienza può (e deve) derivare un flusso di risorse che può (e deve) essere destinato al miglioramento effettivo dei servizi offerti alla popolazione.
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