Lo Shoe Report/2011, giunto alla sua terza edizione, intende svolgere, in una logica di continuità, una funzione di osservazione, interpretazione e proposta, che riguarda il settore calzaturiero italiano.
L’iniziativa è stata promossa da A.N.C.I. – Associazione Nazionale Calzaturifici Italiani ed ha lo scopo di far conoscere meglio a decisori, operatori economici e media un settore che rappresenta una componente significativa del Sistema-Moda e del più vasto Made in Italy, nonché della stessa immagine positiva di cui gode il Paese all’estero (oltre che contribuire significativamente, anche in questa fase economica, al saldo commerciale attivo nazionale).
L’analisi condotta quest’anno mette in luce segnali di controtendenza rispetto al 2010, indicando così l’affacciarsi di una certa ripresa a livello internazionale che lascia tuttavia ancora aperti interrogativi su intensità, estensione e durata di essa.
Il settore è stato descritto attraverso la consueta analisi congiunturale sugli operatori italiani e su quelli stranieri, l’approfondimento successivo delle modalità con cui gli imprenditori hanno reagito e stanno reagendo alla crisi e un’indagine monografica sui rivenditori italiani al dettaglio di calzature che devono affrontare oggi una domanda interna in calo.
Il tutto è completato da una specifica sezione dedicata agli indicatori statistici che consentono di avere una visione evolutiva degli ultimi dieci anni per quanto riguarda le aziende, gli addetti, la produzione, l’export e l’import, i consumi, i raffronti internazionali.
Nell’insieme emerge un’elevata consapevolezza ed un impegno pronunciato del mondo imprenditoriale calzaturiero nell’affrontare la crisi che ormai è stata “metabolizzata” dai protagonisti. Il che ha reso più evidenti le differenze tra le aziende: tra quelle che riescono a trasformarsi anche profondamente (trovando il cluster di strategie adeguate) e quelle che ancora stanno cercando la loro strada. Quello che è tuttavia chiaro è che replicare il modello aziendale conosciuto in passato non basta più e bisogna battere strade nuove, tra cui quella delle alleanze tra imprese diverse in vista di perseguire scopi comuni nuovi e impegnativi.
Le aziende risultano dunque essere sotto sforzo per accrescere il loro livello di produttività e di capacità competitiva. Esse offrono il loro impegno in tal senso e chiedono di potersi confrontare con i diversi protagonisti pubblici e privati, nazionali e locali per poter far crescere in parallelo la capacità competitiva dei singoli territori di insediamento e quella del Paese nel suo complesso.
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