Il quinto Rapporto “Un Neo-Welfare per la famiglia” ha compiuto quest’anno un ulteriore passo avanti, approfondendo questa volta il tema del rafforzamento dell’empowerment dei figli più piccoli (sino a prima dell’ingresso nella scuola di base) e, in parallelo, quello del rafforzamento dell’empowerment dei genitori. Un insieme di indagini sono state effettuate a tale proposito sulle coppie con figli, sulle coppie senza figli e sui monogenitori, a cui se ne è affiancata un’altra su nonni e zii, incrociando successivamente le risposte ottenute.
Il Paese subisce – e non da oggi – l’influenza della progressiva diminuzione della natalità e vive un conseguente aumento di attenzione nei confronti di una prole sempre meno numerosa (e non di rado frutto di una maternità tardiva), sulla quale le famiglie vogliono investire al meglio in termini di educazione, di socializzazione e di apprendimento, rendendo contemporaneamente compatibile il ruolo dei genitori, in particolare della madre, con i ruoli lavorativi e professionali come appare chiaramente dalle risposte degli intervistati circa la sfida del doppio empowerment.
È evidente che questa situazione avrebbe bisogno di un insieme di sostegni coerenti tra loro che vanno dalla presenza di asili nido e di scuole materne di buona qualità e adeguatamente flessibili negli orari alla fornitura di servizi (di informazione, di pronto intervento, di assistenza pedagogica e psicologica) che facilitino la conciliazione del doppio ruolo dei genitori. In tutto questo il welfare familiare “allargato” rappresenta sempre una risorsa fondamentale e in quest’ambito il ruolo dei nonni è senza dubbio quello più importante e riconosciuto, anche se sta crescendo quello degli zii, come emerge dalle risposte degli intervistati e dalla stima effettuata sul valore degli aiuti economici trasferiti ai nipoti nell’ambito di quelli scambiati tra generazioni adulte e generazioni anziane.
Naturalmente vicino al welfare familiare è importante declinare una triplice responsabilità di accompagnamento che viene sottolineata da tutti i protagonisti coinvolti nell’indagine: quella di una politica pubblica integrata che riesca a sostenere le necessità che derivano dal doppio empowerment, quella di un sistema di relazioni industriali che sappia favorire lo sviluppo del welfare aziendale anche con servizi dedicati ai figli dei dipendenti e quella che fa capo alla famiglia ristretta e allargata (nonni, zii e altri parenti anziani), responsabilità quest’ultima che peraltro è orientata a fornire protezione dei rischi e contemporaneamente promozione delle opportunità future, tramite adeguati piani di accumulo di capitale in favore di figli e nipoti sin dall’età prescolare.
Anche nel Rapporto 2018 sono state poi riportate alcune esperienze di base, maturate in ambito mutualistico-cooperativo, che hanno sperimentato servizi innovativi a sostegno sia dei bambini di 0-5 anni di età sia dei loro genitori che devono poter bilanciare impegni familiari e impegni lavorativi.
Infine si è predisposto anche un caso internazionale che mette a confronto le politiche e i servizi per l’infanzia e la famiglia in Europa e in alcune grandi città (Parigi, Madrid, Berlino, Roma e Milano).