Shoe Report 2012
Lo Shoe Report/2012 giunge con quest’anno alla sua quarta edizione, svolgendo una funzione permanente di osservazione, di interpretazione e di proposta, relativamente al settore calzaturiero.
L’iniziativa è stata promossa da ANCI – Associazione Nazionale Calzaturifici Italiani – allo scopo di far meglio conoscere ai decisori, agli operatori economici e ai media un settore che rappresenta una componente significativa del comparto-moda oltre che del più vasto Made in Italy e che contribuisce significativamente alla tenuta dell’immagine del Paese all’estero, sostenendo, in una fase economica difficile, il saldo commerciale attivo nazionale.
Il Rapporto mette in luce i segnali di un consolidamento positivo emersi nell’anno precedente, sottolineando la crescita dell’export che, essendo aumentato del 15,2% nel 2010, mostra un’ulteriore spinta verso l’alto nel 2011, con un risultato del +18,1% del saldo export/import nei primi 9 mesi dell’anno appena chiuso.
L’analisi ha riguardato, come di consueto, diversi aspetti: le opinioni degli operatori italiani e di quelli stranieri, raccolte in occasione del MICAM (settembre 2011), le modalità con cui le imprese calzaturiere hanno reagito e stanno reagendo alla crisi, mostrando una tenuta e una voglia di crescere del tutto evidenti, nonché l’orientamento nei confronti dell’e-commerce da parte delle aziende che oggi debbono far fronte ad un mercato interno in flessione e/o stagnante. Il tutto è stato completato da una sezione ulteriore dedicata agli indicatori statistici che consentono di avere una visione di medio periodo dell’andamento delle aziende, degli addetti, della produzione, dell’export, dell’import, dei consumi e del raffronto con altri Paesi produttori.
Nell’insieme emerge un fenomeno di metabolizzazione “attiva” della crisi da parte degli imprenditori. Essi infatti risultano sempre più impegnati in strategie di ristrutturazione e di riposizionamento, con particolare attenzione allo sfruttamento dei mercati nuovi e di quelli tradizionali ma a loro volta reinterpretati. L’attenzione per i temi della commercializzazione risulta in crescita, anche se preoccupa il tema della liquidità, legata non solo ai rapporti col sistema bancario, bensì anche alle difficoltà (specie per quanto riguarda il mercato interno) degli stessi clienti.
Tutto ciò concorre a far evolvere le imprese, le quali ammettono che la crisi ha indotto (e induce) una mutazione profonda, facendo compiere un salto di qualità al proprio stesso modo di operare e generando anche inevitabili differenze fra le aziende più attive e quelle meno attive.
Si è dunque davanti ad un settore impegnato a ridisegnarsi ancora una volta e pronto a stipulare “alleanze per crescere” con i diversi operatori (pubblici e privati, nazionali e locali), al fine di vincere ancora una volta la scommessa di un rinnovato sviluppo che fa bene alle imprese e fa bene al Paese.